mercoledì 28 marzo 2012

secondo gandhiana memoria

"...in un mondo avvolto nelle tenebre
apro una strada verso la luce..."



..."...la divisione dell'India in Unione Indiana e Pakistan è stata effettuata nonostante i miei interventi. E' stata per me una ferita. Ciò che mi ha ferito è stato soprattutto le modalità in cui questa divisione ha avuto luogo. Decisi di adoperarmi in ogni modo per spegnere questo conflitto e farne per me una questione di vita o di morte. Amo i miei compatrioti e gli altri uomini d'uno stesso amore, perché Dio si trova nel cuore di ciascuno di noi, ed io aspiro alla forma di vita più elevata:servire l'umanità. Era proprio vero che la nostra non-violenza era la non-violenza dei deboli, ossia la negazione di ogni violenza. Ma asserisco che non è per questo aspetto che ho mostrato la non-violenza ai miei compatrioti. Non ho mostrato loro quest'arma spirituale perché erano dei deboli, senza armi o senza conoscenze militari, ma perché la Storia mi ha insegnato un'importante verità: qualsiasi sia la causa da difendere, anche se nobile, l'odio e la violenza compromettono la pace agognata  raddoppiando gli stessi odio e violenza." M.K.Gandhi
Fu la lotta di un uomo che il mondo chiamò Mahatma. Grande Anima. Solitaria lotta. Indipendenza. Libertà. Si sa tutto. Ma il tempo è passato. E son passati gli uomini quelli. E si sono moltiplicate le guerre civili e non. E la viltà in esse e la menzogna. E si svolgono anche lì dove sembrerebbe lontano, come Tolosa ha mostrato. Perché è del Grande Gioco che fa parte la recente tragedia in terra francese. Il Grande Gioco di sempre , quello che attanaglia la regione afghano-pakistana, che ha distrutto l'Iraq, vuol azzerare l'Iran, sta devastando la Siria e ancora e ancora tutto quel che sappiamo, Primavera detta Araba compresa. Azioni, strategie di servizi segreti, non importa di chi, dove. Servizi segreti che segreti tra loro non sono., che assoldano giovani figli del multiculturalismo come Merah. Anche. Spesso. Servizi che commettono errori. Anche. Spesso. Che deviano la responsabilità. Anche. Spesso. Come la stessa stampa francese ha suggerito su  "Le Monde", " Le Point".  Questo occiriente lo dice da tempo, in lingue diverse, parole diverse, stesso significato, senso. E, in questo mare di fuoco in cui al-Qaeda è solo un nome e null'altro, in cui il 99% delle vittime non sono vittime di guerra ma di assassinii, in cui l'Italia insiste ad essere dove non dovrebbe con la sua presenza armata, quell'Italia che è riuscita a farsi odiare lì dove si fidavano di lei, mentre continua a lamentare i propri figli caduti dopo averli svenduti per cause diverse da quelle gandhiane. Ignobili cause d'un ignobile delirio d'onnipotenza. In questo mare in cui il fantasma del Vietnam aleggia anche per l'Italia, questo mare così lontano, così vicino alle parole del Mahatma, qui, alla luce degli ultimi avvenimenti,  occiriente ripensa a quell'asse ventilato nella pagina del 21/12/2011 titolata: "un possibile asse".Ora ancor più possibile. E  ricorda ancora altre parole a questo pensiero, altre parole del Mahatma:" La forza non viene dall'idoneità fisica. Viene da una volontà indomabile...In india è possibile che presto si capisca che centomila inglesi non devono far paura a trecento milioni di esseri umani". Anche quelle genti, quelle attanagliate nel Grande Gioco centro asiatico e confini, si spera ricordino. Secondo gandhiana memoria. Si spera.
Marika Guerrini 
p.s.
brani tratti da: Mohandas Karamchand Gandhi, The Last Phase, II.p.246 ; 
                          Mohandas Karamchand Gandhi" Young India", 15 dicembre 1921  
si consiglia di leggere anche:
Siamo i ragazzi di Clichè-sur-Bois in preda alla rabbia e all’odio
http://occiriente.blogspot.it/2011/12/un-asse-possibile.html )                   
                                     
               


martedì 20 marzo 2012

le parole perse

....cosa accogli ora nelle tue mani tinte?...
...la notizia del sospetto che non uno ma più fossero gli artefici dell'eccidio nel distretto di Panjwai mentre due elicotteri di scorta sorvolavano la zona, è giunta ad occiriente nelle prime ore della mattina del 12. A breve distanza dalla pubblicazione di "Afghanistan...ancora". La voce sul filo ha riportato le prime indagini, le dichiarazioni, lo strazio, il tragico sgomento nei parenti e non delle vittime, ha riportato le parole di Karzai:"...più di uno i soldati Usa..." e "Così non si può più andare avanti siamo arrivati al punto di saturazione. Questo modo di agire, questo comportamento, non possono più essere tollerati. Siamo davvero oltre, oltre, oltre ogni misura". 
Occiriente ha ascoltato la notizia, l'ha fatto senza porre domande, senza commento. Dopo ha cercato altro, indagato altro, riflettuto su altro. Poi è tornato alla notizia, ha compreso la tattica. Tutto s'è fatto chiaro. E' allora che ha perso le parole. Poi, il giorno seguente tutti hanno saputo ne hanno parlato, scritto. E occiriente ha ascoltato ancora, verificato ancora. E' che le parole perdono  la voce quando si fanno misere come l'umana miseria che potrebbero raccontare se non si rifiutassero. Sì, occiriente aveva sottovaluto l'assenza d'umanità nel tracciare la pagina di "Afghanistan...ancora" quella che precede questa. Aveva dimenticato. Aveva tralasciato l'esistenza di tutte le menzogne e delle azioni che caratterizzano il subumano qualunque sia la bandiera sotto cui si dimeni.  
Ed è terribile il suo dimenarsi in terra afghana. Lì più che in altri luoghi, lì tra quelle genti. Le stesse di quei villaggi che s'addormentavano la notte sotto un cielo cobalto animato dal suono del vento sul deserto o tra le fronde. Genti i cui volti l'occidente fotografa come fossero trofei, volti dalle espressioni fanciulle anche quando linee li segnano quali solchi-specchio dello scorrere del tempo. Volti difficili da dimenticare per chi li ha incontrati e può immaginare, ora, la tragicità del loro sgomento, la drammaticità degli interrogativi malgrado  abbiano imparato a riconoscere, la "violenza nel calpestio dei passi armati e stranieri sulle nostre strade, nella nostra vita". E' quel che è stato detto a chi scrive non più d'un mese fa. Ma chi ha vissuto con loro la loro vera vita, quando ancora era, chi l'ha incontrata in quegli stessi villaggi in cui il tempo assume dimensione come di perennità, chi è stato accolto tra le mura di quelle case dignitose sempre, visto che dignità non è sinonimo di ricchezza, chi tra quelle mura ha respirato ospitalità, accoglienza, semplicità, lealtà e ancora e ancora, sa quanta, quale umana ricchezza sia stata annientata distrutta massacrata in questi ultimi eterni dieci anni, per una manciata di dollari. E allora, come occiriente, perde le parole. 
Marika Guerrini
foto di Barat Alì Batoor

lunedì 12 marzo 2012

Afghanistan...ancora


...cosa scorgi, forse una luce laggiù?...

...domenica 11 marzo 2012-16,20 ora italiana: la notizia è appena giunta. Viene da Balandi Pul nel distretto di Panjwai provincia di Kandahar. L'Isaf, Forza internazionale in Afghanistan, ha fatto il primo comunicato 13 ore dopo il fatto. Il Washington Post on line dà per primo la notizia al mondo. La si trova sul web, ora, ovunque, alla voce Afghanistan. Occiriente ridurrà al minimo il pensiero su di essa, al minimo le immagini che da essa sprigionano, terribili immagini. Il fatto della notizia si consuma alle 3 ora afghana, prima dell'alba. Alle 23,30 ora italiana ingresso nella notte. 
Questo il fatto: soldato americano lascia la base, va per villaggi, due, va di casa in casa, vi entra, trova gente che dorme. Spara, uccide, brucia i corpi. Poi ritorna alla base, dai commilitoni, viene arrestato. "Raptus di Follia", questo il movente dichiarato con le scuse. 
16 o 17 i morti accertati. 3 sono donne 5 o 6 uomini anziani 9 sono bambini. Tra  due e  tre anni, anche. Primo portavoce della strage un giornalista della locale agenzia Afp, racconta con dovizia di particolari. E le immagini stringono il cuore. E si vorrebbe chiudere gli occhi della mente, per non vedere. E, come i bambini di Kabul, non si piange. E Karzai non trattiene lo sdegno, dice:"Il militare Usa, ha ucciso "intenzionalmente" e il suo crimine, per questo  è "imperdonabile". E ancora :"Il governo ha condannato a più riprese operazioni condotte sotto il nome di guerra al terrore che causano perdite tra i civili. Ma quando degli afghani sono uccisi deliberatamente dalle forze americane si tratta di assassinio".  
Non v'è identità che si conosca per il soldato del "raptus", vi sono condoglianze per le famiglie delle vittime, condoglianze del Dipartimento di Stato Usa. E v'è il dolore di un generale sotto la bandiera a stelle e strisce. E questo dolore sorprende occiriente. Strano dolore, dolore dal sapore sincero. E  di se stesso si sorprende occiriente, di questo suo credere ad un dolore espresso a stelle e strisce, un dolore diverso. Primo manifesto in dieci lunghi anni. Anni che hanno visto efferatezza precedere e seguire efferatezza, crudeltà, crudeltà, e ancora tutto quel che sappiamo. Eppure oggi, ora, al cospetto di quest'ulteriore disumanità occiriente ha ceduto ad un sentimento di fede per quell'individuale dolore americano con le stellette.    
Ma Panjwai forse non ha ceduto. Panjwai ha visto altri suoi figli morire, altri figli innocenti. Li ha visti ch'era lo scorso ottobre, ch'era notte anche allora, ch'era il 26, ch'era la fine del sacro mese del Ramadan. Li ha visti morire per un raid aereo Nato. Uno tra i migliaia in Afghanistan, terra del martirio. Mai s'è saputo il numero delle vittime di quel raid: 60, 85, è dipeso dalle fonti di comunicazione, sempre. E ha visto condoglianze espresse anche allora, ma senza dolore, senza sincerità. Quelle comuni frequenti di prassi, diplomazia. E basta..
Qualcosa sta accadendo, ora. Forse. Qualcosa sta accadendo in quella terra. Qualcosa che potrebbe chiamarsi disfatta per il nemico. L'Afghanistan è in fiamme ma non cederà. Come Troia brucia perché ogni tempo ha la sua Troia. E il suo cavallo di legno col suo inganno. La sua menzogna. Ma non solo i troiani sono stavolta a bruciare, anche gli Achei. In questa guerra senza senso né significato degno d'umanità.
Chissà forse il generale, quello di oggi, ora, lo sa. Forse l'ha capito. Forse ha percepito l'inutile dolore provocato dai suoi uomini, benché il dolore mai sia inutile. Forse l'ha fatto proprio. Forse. Quel dolore. Chissà. E' quel che piace pensare a chi concepisce pensieri da scrittore. Come spesso qui, in queste pagine viene detto. Forse è soltanto questo. Null'altro.   
Marika Guerrini
foto di Barat Alì Batoor

giovedì 8 marzo 2012

"La voce" da Lipika, di Rabindranath Tagore

" ...Continuava a piovere, anche dopo che era scesa la sera. La ragazza era sempre lì, immobile. All'inizio del mondo il primo linguaggio della creazione fu quello dell'acqua e del vento.
Dopo milioni e milioni di anni quella stessa lingua richiamava con la musica della pioggia la fanciulla che, superando ogni limite, si era persa in una dimensione infinita.
Il tempo è interminabile, il mondo è vasto, sulla terra per secoli e secoli si è consumato il dramma della vita. Attraverso l'ombra delle nuvole e la musica della pioggia, l'Essere Supremo, il Sempre-lontano, oggi contemplava il volto di quella fanciulla impetuosa. 
E così lei rimaneva immobile, come un'immagine ultraterrena, con i suoi grandi occhi sbarrati... ...L'acqua che cade dal cielo sotto forma di pioggia si unisce alla terra, ma non si sa da dove provenga. Anche con le donne è così: vengono da un mondo sconosciuto per essere prigioniere su questa terra.
All'interno di questi limiti si consuma tutta la loro esistenza, le loro parole, i loro dolori e le loro inquietudini. Ed è per questo che si celano il volto con un velo, ai polsi hanno bracciali e le loro abitazioni sono ben custodite. Esse sono le regine del limite." 
...oggi 07 marzo 2012...
Marika Guerrini
foto di Raghu Rai



lunedì 5 marzo 2012

Iran Israele e la parabola


bandiera dell'Iran nella dinastia Pahlavi
1925-1979

                                     
..al tempo dei nostri primi giorni iraniani, il leone ed il sole segnavano la bandiera di quella terra. Era l'ultimo tempo dell'Impero Pahlavi...e Israele scalpitava. E ' giunto il vento della Rivoluzione... e Israele si dimenava. S'è fatta la Repubblica Islamica...e Israele minacciava. E' trascorso tempo ...e Israele calunniava. Ieri domenica 04 marzo 2012 Israele, da sempre fucina di complotti, accusa l'Iran di complotto e Shimon Peres          dice: "La pace è sempre la nostra prima opzione. Ma, se siamo costretti
a combattere noi vinceremo" e poi: "L'Iran è il centro, lo sponsor, il finanziatore del terrore mondiale. L'Iran è un pericolo per il mondo intero. E minaccia Berlino e Madrid, Dehli così come Bangkok...Israele accusa l'Iran per i recenti attacchi destinati a diplomatici israeliani in Thailandia e India...L'Iran deve essere fermato e sarà fermato." Questo ed altro, il delirio di Peres, Nobel per la Pace che fu, all'AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), negli Stati Uniti un giorno fa. 
E si prepara il terreno perché risulti ovvio, se dovesse essere, un attacco all'Iran. E si prepara per togliere a Russia e Cina qualsivoglia occasione d'intervento. E la parabola della trave e della pagliuzza continua ad imperversare.

Occiriente ha detto tutto, ha scritto sull'argomento Israele Iran Usa, tutto. Dalle provocazioni alle menzogne israeliane statunitensi, non ha importanza,  dall'ipocrisia dell'Aiea alle dichiarazione di Hahmadinejad dei suoi ministri e ancora e ancora. Tutto è in pagine precedenti e nulla è cambiato da quelle pagine.( "Iran Israele e lo stillicidio" "Israele Iran per quanto ancora?" / "Israele Iran e la via in discesa" / " Oltre il ridicolo" )O forse sì, qualcosa di nuovo è accaduto: la trappola Usa-Israele forgiata ad incastrare l'Iran nello stretto di Ormuz non ha funzionato. Si va ad altra opzione, quindi. E il film continua, continua l'offesa all'intelligenza e occiriente per non
 sostare nella nausea della ripetizione rimanda all'interessante video che segnala:  http://youtu.be/iJY8PRtrSpY                                                                                                  

     Marika Guerrini                
foto dal web-città iraniane-

giovedì 1 marzo 2012

Italia India l'Arma e i marò

l'
"1897 prima missione di pace all'estero:
drappello di Carabinieri a Creta
per risolvere la crisi Greco-Turca"
"1900 contingente di carabinieri
in Cina- per tutelare gli interessi
europei.1903 Inizia per l'Arma il compito
di protezione delle Sedi diplomatiche
nazionali all'estero"
...se anziché fucilieri dell'Esercito, pur se del corpo scelto Battaglione San Marco, sull'Enrica Lexie fossero stati presenti militari dell'Arma, i due pescatori del Kerala, che pirati non sono mai stati né per sembianza né per sostanza, sarebbero vivi, ancora vivi. Il perché, già espresso da occiriente nell'articolo "India -Italia e...", s'è reso evidente in Val di Susa nelle parole d'un carabiniere: "...grazie Signor Generale, ma non sono un eroe, ho fatto solo il mio dovere, i miei colleghi avrebbero fatto altrettanto".
Calendario Storico dell'Arma
Nulla va tolto al merito del singolo alla serietà la correttezza la coerenza l'impassibilità, l'autocontrollo, ma il fatto è che in un soldato dietro il senso del dovere non da ultimo c'è l'addestramento. E dietro l'addestramento ci può essere la comprensione o l'annullamento di valori e dietro questi il rispetto o la negazione della vita e dietro il rispetto o la negazione della vita il rispetto o la negazione dell'essere umano. Si può poi attendere o disattendere, individualmente, all'insegnamento, ma  esso è avvenuto, pertanto incide, comunque.Trattandosi di soldati incide su pace o guerra. Il carabiniere in Val di Susa ha evidenziato lo storico corretto addestramento dell'Arma dei Carabinieri.
Marika Guerrini
p.s.
foto e didascalie tratte da il "Calendario Storico dell'Arma dei Carabinieri" 2012, editore Ente Editoriale per l'Arma dei Carabinieri- Roma