martedì 27 dicembre 2016

Coro Alexandrov addio

... bisogna attendere, ma forse non avremo mai certezza della causa che ha procurato il disastro aereo di Sochi, nel Mar Nero russo.  Il Tupolev Tu-154, aereo del Ministero della Difesa inabissatosi ad una manciata di minuti dal decollo, dopo non esser riuscito a guadagnare altezza, ha portato con sé il Coro Alexandrov, fiore all'occhiello della musica corale mondiale. Perdita che i media occidentali avrebbero dovuto sottolineare e sottolineare e ancora sottolineare, ma non l'hanno fatto. Non abbastanza.
Errore umano, guasto tecnico, sabotaggio, atto terroristico, resteranno forse interrogativi in noi. Pur ipotizzando fosse stata la terza e/o quarta ipotesi, ad ora quasi scartate dagli 007 russi, a procurare la tragedia, non sarebbe opportuno fosse rivelata, mille i motivi: politici, strategici. Non sarebbe opportuno in questi giorni già così pregni di accuse occidentali all'operato militare russo in Siria, accuse ingiuste e menzognere che stanno portando il popolo russo a sopportare iniquamente il peso di queste infami guerre, di certo non volute dal loro paese. Ma non è di questo che occiriente vuol parlare, non ora, quel che vuole è ricordare la grande perdita subita dalla Russia e dalla Musica mondiale. Il 25  dicembre dell'anno 2016 resterà segnato nelle storia della Russia e della Musica da una coccarda nera, sarà il Natale dell'addio al coro Alexandrov, il Coro dell'Armata Rossa prima, Russa poi. 
Ed è sulle note dell'inno nazionale russo cantato dal Coro Alexandrov e le note del "Requiem" di Mozart, reperibili nei link segnalati in calce, che occiriente si inchina al dolore della Russia, della sua anima, perché è ciò che questo disastro ha colpito: l'anima della Russia. E questo ammanta di maggiore tristezza. E fa più male.




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